L’Italia pubblica il D.Lgs, 116/2020, istituendo l’obbligo di raccolta differenziata per i rifiuti tessili.
L’Unione europea adotta la “Strategia in materia di prodotti tessili sostenibili” accendendo i riflettori su un settore che, in UE, rappresenta attualmente il quarto maggiore impatto negativo sull’ambiente e sui cambiamenti climatici e il terzo per quanto riguarda l’uso dell’acqua e del suolo dalla prospettiva globale del ciclo di vita.
Tale Strategia mira a facilitare il passaggio ad un’economia circolare in cui i prodotti siano progettati per essere più durevoli, riutilizzabili, riparabili e riciclabili anche grazie ad una corretta raccolta differenziata dei rifiuti tessili urbani.
Il MASE elabora una prima bozza del Decreto istitutivo del sistema EPR per i prodotti tessili casa, abbigliamento e calzature, già sottoposta alla consultazione con gli stakeholder.
La Commissione Europea presenta una proposta di revisione della Direttiva quadro sui rifiuti (Direttiva 2008/98/EC) ponendo l’accento sui rifiuti tessili e sugli scarti alimentari, con l’obiettivo di guidare le azioni dei singoli Stati membri per una gestione armonizzata per queste tipologie di rifiuti.
La Commissione ENVI del Parlamento europeo ha adottato la sua posizione con 72 voti favorevoli, nessun voto contrario e tre astensioni. Per quanto riguarda i rifiuti tessili, i deputati hanno incluso nell’elenco dei prodotti che rientrano nel regime di Responsabilità Estesa del Produttore alcuni prodotti non domestici, come tappeti e materassi, prevedendo altresì il monitoraggio dei tessili usati esportati. I deputati chiedono inoltre che i Paesi dell’Ue istituiscano regimi EPR 18 mesi dopo l’entrata in vigore della Direttiva e che garantiscano la raccolta differenziata dei tessili per il riutilizzo e il riciclo entro il 1º gennaio 2025.
Il Consiglio dell’Ue ha adottato la sua posizione (“orientamento generale”) sulla revisione puntando, ha dichiarato Alain Maron, Ministro della transizione climatica, dell’ambiente, dell’energia e della democrazia partecipativa del governo della regione di Bruxelles-Capitale “a una prevenzione dei rifiuti prodotti dal fast fashion e a facilitare il riutilizzo. Dato che i comparti alimentare e tessile sono rispettivamente al primo e al quarto posto per intensità di risorse, l’accordo odierno rappresenta un passo fondamentale verso un’economia europea più sostenibile e circolare.”
La presidenza ungherese del Consiglio dell’Ue ha posto all’interno delle sue priorità la definizione, entro il 31 dicembre 2024, di un testo di compromesso tra Parlamento e Consiglio sulla Direttiva Quadro sui Rifiuti.
Tanto sul fronte europeo, quanto su quello nazionale, il legislatore è dunque al lavoro per definire un preciso e puntuale quadro normativo sull’EPR nel settore del Tessile volto a:
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