FAQ
Innanzitutto, quando parliamo di Rifiuti tessili dobbiamo distinguere tra Rifiuti Tessili post-consumo, ossia quelli provenienti dai nuclei famigliari a valle dell’utilizzo, e Rifiuti Tessili pre-consumo. La proposta di revisione della Direttiva Quadro sui rifiuti si concentra sui rifiuti tessili post-consumo, che sono i rifiuti di prodotti tessili finiti dismessi dai consumatori dopo il loro utilizzo.
Dal 2022 in Italia è diventata obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti tessili. I rifiuti tessili possono essere conferiti nei cassonetti stradali presenti sul territorio comunale o nelle isole ecologiche comunali.
Perché, secondo il principio di “chi inquina, paga”, viene estesa la responsabilità delle Aziende e dei Brand anche alla fase di fine vita dei propri, Prodotti Tessili finiti, ovvero quando questi divengono Rifiuti Tessili post-consumo.
All’interno dell’Unione europea il settore del Tessile rappresenta attualmente il quarto per impatto negativo sull’ambiente e sui cambiamenti climatici e il terzo per quanto riguarda l’uso dell’acqua e del suolo dalla prospettiva globale del ciclo di vita. A livello mondiale poi, la produzione di prodotti tessili è quasi raddoppiata tra il 2000 e il 2015 e si stima che il consumo di capi di abbigliamento e calzature dovrebbe aumentare del 63 % entro il 2030, passando dagli attuali 62 milioni di tonnellate a 102 milioni di tonnellate nel 2030.
Verificheremo insieme gli obblighi previsti, i Prodotti interessati ed eventuali esclusioni, gli impatti per l’azienda e la sua visione sui punti chiave del decreto che abbiamo discusso insieme a un gruppo di Produttori del settore.
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