Il 19 giugno la Triennale di Milano ha ospitato “Vision & Visibility: scaling transparency”, il primo evento per fare il punto sull’attuazione dell’iniziativa Sustainability Pledge, tre anni dopo il suo lancio, presentando il rapporto “The Sustainability Pledge 3-years monitoring report“.
Sustainability Pledge è una piattaforma lanciata nel 2021 dall’UNECE, la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite, al fine di migliorare le credenziali ambientali ed etiche del settore Tessile. La piattaforma riunisce oggi 100 impegni da 28 Paesi nel mondo, alcuni dei quali affrontati durante la giornata di convegno a Milano. Durante i nove tavoli di lavoro si è discusso sui principali risultati e le lezioni apprese dal 2021, nonché sulle soluzioni innovative per favorire un impatto positivo; sugli indicatori chiave di prestazione (KPI) per misurare i livelli di tracciabilità e trasparenza dei prodotti stessi; sulle pratiche e le soluzioni per l’industria tessile del futuro.
Accompagnati nel dibattito da nomi di primo rilievo dell’industria, i partecipanti ai lavori hanno potuto conoscere gli strumenti, gli approcci politici, i progetti pilota in corso sulla blockchain per l’industria tessile con particolare attenzione alla catena del valore del cotone e le esperienze sul campo nella regione dell’America Latina. “L’industria tessile – ha dichiarato l’UNECE in occasione della presentazione di un recente Rapporto sul settore – si è evoluta da un modello di produzione basato su fibre naturali e politiche protezionistiche per l’industria locale a un modello in cui le fibre sintetiche sono diventate pervasive, la produzione è stata delocalizzata e la velocità di produzione e distribuzione dei prodotti è aumentata rapidamente. La maggior parte dell’industria della moda opera secondo il modello fast fashion, che prevede più collezioni all’anno, generalmente a prezzi bassi, utilizzate per sempre meno tempo. Ciò ha portato a un tasso crescente di sovrapproduzione e di consumo eccessivo di vestiti. Questi eccessi hanno favorito lo sviluppo di un importante mercato per gli abiti di seconda mano, con un commercio internazionale del valore di 9,3 miliardi di dollari nel 2021. Questi indumenti fluiscono in gran parte dai paesi a reddito più alto a quelli a basso reddito. I principali esportatori (in valore) sono l’UE, la Cina, gli Stati Uniti e il Regno Unito, mentre i principali importatori sono Pakistan, Ucraina, Kenya e Cile.
Luca Campadello, Manager SDI, ha partecipato all’evento come uditore per Erion Textiles: “È stato interessante avere conferma che il percorso verso la trasparenza e la tracciabilità non può prescindere dalla collaborazione tra gli attori, a partire dai brand fino ai fornitori e agli operatori che si occupano della gestione del fine vita. Delle raccomandazioni fornite alle aziende dall’UNECE, vorrei evidenziare l’importanza di considerare le leggi attuali e future quando si definiscono le strategie di trasparenza e tracciabilità. È proprio ciò che facciamo noi con i Produttori consorziati di Erion Textiles, tenendoci aggiornati e discutendo i cambiamenti legislativi per adeguare le strategie ai futuri obblighi legali.”
Erion Textiles – Consorzio no-profit gestione dei Rifiuti Tessili – Via A. Scarsellini, 14 – 20161 Milano
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