La Responsabilità Estesa del Produttore per la filiera dei prodotti tessili in Italia
BDO, una tra le principali organizzazioni internazionali di servizi alle imprese, presente in 167 paesi con oltre 97.000 professionisti ha organizzato il 14 giugno 2023, insieme a Erion Textiles, un webinar online di aggiornamento per l’industria tessile.
“Lo scorso febbraio è stata pubblicata una prima bozza di Decreto sull’EPR che introdurrà in Italia un obbligo che fino al giorno prima non c’era: quello per i Produttori del settore tessile di farsi carico del fine vita dei loro prodotti”. Luca Campadello, Manager dell’Area Strategic Development and Innovation di Erion, ha aperto con queste parole il suo intervento al webinar online “La responsabilità estesa del produttore per la filiera dei prodotti tessili”, organizzato da BDO il 14 giugno 2023.
Il seminario ha riunito decine di rappresentanti delle aziende ed esperti del settore intorno alle novità normative che riguarderanno gli Stati Membri dell’Ue in relazione alla gestione di rifiuti tessili (RITE). L’intervento di Campadello ha preso le mosse dal caso della Francia, l’unico Paese dell’Ue con una filiera EPR attiva per il tessile e organizzata, da monopolista, dal Consorzio Refashion che, ha ricordato l’esperto, usa gli eco-contributi versati dai marchi del tessile non solo per operazioni di raccolta, selezione e riparazione, ma anche per attività di Ricerca e Sviluppo e di Comunicazione. In Europa, la svolta epocale è quella che porta la data del 30 marzo 2022, giorno in cui la Commissione europea ha lanciato la “Strategia Europea per i prodotti tessili circolari e sostenibili” introducendo temi come requisiti obbligatori di ecodesign, lotta alle microplastiche, introduzione del Digital Product Passport e l’istituzione di Sistemi EPR per i prodotti tessili finiti. Una direzione verso cui l’Italia ha già iniziato a muoversi dallo scorso febbraio 2023, con la presentazione e la consultazione degli stakeholder su uno schema di Decreto EPR in cui si disciplina anche la costituzione di Consorzi di settore per la gestione dei RITE.
Secondo Campadello, la nascita di Sistemi EPR per il tessile, simili a quelli già attivi per la gestione dei RAEE, dei Rifiuti di Batterie e Accumulatori e degli Imballaggi, è auspicabile in un Paese come l’Italia in cui si raccolgono (attraverso la raccolta differenziata) poco più di 140.000 tonnellate l’anno. “Di queste, il 68% viene preparato per il riutilizzo, il 29% è la frazione destinata a recupero e riciclo, e il 3% finisce per essere smaltito in discarica”, ha evidenziato il manager citando dati Ispra. Mancano all’appello centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti che vengono gestiti in maniera non tracciata o finiscono in luoghi sbagliati, come il bidone dell’indifferenziata. L’arrivo di Consorzi specializzati, capaci di sensibilizzare i consumatori, organizzare la raccolta e le fasi di riutilizzo e riciclo, potrebbe certamente garantire una maggiore qualità e quantità della raccolta e un trattamento più virtuoso del fine vita dei prodotti.
“Rispetto a una filiera come quella degli imballaggi, i numeri della raccolta dei rifiuti tessili sono molto più bassi. È facile immaginare che chi consuma uno yogurt ricicli nel bidone della plastica il vasetto vuoto che ha tra le mani, molto più difficile è pensare che chi ha dimenticato nell’armadio una vecchia maglietta, la conferisca correttamente”, ha detto Campadello ricordando che il sistema di raccolta attualmente in vigore è quello che passa dai cassonetti gialli presenti in diverse città italiane. Contenitori gestiti da cooperative sociali e onlus le quali, a loro volta, danno i capi a selezionatori che, dopo averne fatto una cernita dei rifiuti giudicati riutilizzabili, li dividono in tre fasce di qualità per rivenderli in mercati di seconda mano nazionali o internazionali, in Paesi più o meno ricchi. “Ciò che non può essere venduto come capo di seconda mano, diventa pezzame o viene avviato al riciclo (come nel caso di cotone o lana). Infine, ciò che rimane viene smaltito”.
L’obiettivo principale di favorire l’ingresso nella filiera dei rifiuti tessili di Sistemi EPR è quello di assegnare ai Produttori la responsabilità dei prodotti che loro stessi immettono sul mercato, trasferendo l’onere del finanziamento delle operazioni di gestione dei rifiuti dal cittadino al consumatore, attraverso l’introduzione di eco-contributi. In Italia, secondo la bozza di Decreto (confermata in seguito dalle linee guida a livello europeo), sono soggetti agli obblighi di EPR i Produttori di prodotti a marchio proprio (brand) e gli importatori committenti. I Prodotti considerati sono i Prodotti tessili finiti, tra i quali si trovano i prodotti finiti di abbigliamento, calzature, pelletteria e valigeria, intimo, costumi da bagno, tessili per la casa e accessori. “In Italia – ha concluso Campadello – si punta a introdurre nel settore tessile un tipo di Responsabilità finanziaria e operativa che preveda non solo che il Produttore sostenga i costi delle attività di gestione dei rifiuti, ma che le organizzi su tutto il territorio nazionale. A differenza della Francia la natura del sistema sarà competitiva visto che, in Italia, sono già attivi cinque Consorzi EPR per il tessile. Infine, proprio come nella filiera RAEE e RPA, verrà istituito il CORIT, un Centro di Coordinamento dei vari Sistemi Collettivi”.
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